CONSIGLI PER LA MANUTENZIONE DELL'ACQUA

Il trattamento dell’acqua di ogni piscina dovrebbe essere sempre eseguito in modo scrupoloso ed adeguato alle esigenze del tipo di piscina attraverso sistemi di gestione e controllo ben precisi atti a garantire la salvaguardia dei bagnati.

I trattamenti vengono normalmente effettuati in due modi:

  1. per filtrazione (o chirificazione, in modo da eliminare le parti solide sospese nell’acqua)
  2. per trattamento chimico : al fine di ottenere una disinfezione sicura (e quindi, distruggere i batteri, microrganismi e prodotti organici) e di controlalre la durezza ed il PH dell’acqua.
I PARAMETRI DA CONTROLLARE

Per ottenere un’acqua adatta alla balneazione, non corrosiva e che non dia incrostazioni è necessario tenere sotto controllo 4 parametri fondamentali:

  • il pH : fornisce il valore dell’acidità o della basicità (alcalinità) dell’acuqa. Il valore ideale dovrebbe essere compreso tra 7.2 e 7.4

Se il pH ha un valore inferiore a 7.0, l’acqua è acida e tende a corrodere gli elementi metallici con cui viene a contatto lungo il suo ricircolo, inoltre provoca bruciore alle mucosi e agli occhi;

Se il pH è superiore a 7.6, l’acqua basica (alcalina) favorisce lo sviluppo della flora batterica e delle incrostrazioni calcaree e tende a rimanere torbida.

Il pH di una piscina tende normalmente ad aumentare nel tempo: aumenta velocemente con l’uso di prodotti basici quali ipoclorito sodico o ipolcoridico di calcio.

Nell’intervallo di pH 7.2 – 7.6 invece si hanno i seguenti benefici:

  • Il Cloro lavora bene, perchè è presente sia come Acido Ipocloroso indissociato, sia come Acido dissociato. In questo modo si ha sia un’azione germicida più rapida che lenta e persistente
  • In questo intervallo di pH l’acqua non è irritante per i bagnati. Già appena sotto il pH 7.2, l’Acido Ipocloroso e le Clorammine, anche se presenti in piccolissime quantità, provocano irritazaioni agli occhi e alle mucose dei bagnanti.
  • L’acqua non risulta corrosiva nè dà luogo ad incrostazioni

Regolazione del pH: quando il vlore del pH supera il 7.6, esso deve essere abbassato con l’uso di C4-, mentre quando risulta inferiore a 7.2 esso deve essere innalzato con l’aggiunta di C30+

  • La durezza: definisce la concentrazione di bicarbonati di calcio e magnesio disciolti nell’acqua. Un’acqua troppo “dura” provoca incrostazioni sulle scale, sul risvestimento e nelle tubazioni. Un’acqua troppo “dolce” diventa aggressiva e corrode le parti metalliche, favorendo, nel caso di piscine piastrellate, la dissoluzione della calce con il conseguente distacco delle piastrelle. L’abbattimento della durezza va eseguito in casi limite (in tal caso si può usare S40), mentre l’innalzamento viene di solito effettuato con piccole quantità di clouro di calcio.

Il valore ideale della durezza è compreso nell’intervallo: 15-25°F

  • I sali disciolti: sono gli ioni dei metalli quali rame, ferro e manganese che rendono l’acqua opaca e colorata quando sono ossidati dal cloro (in caso di presenza di Ferro ad esempio l’acqua diviene di colore bruno-rossastro). In tal caso si può riccorre a piccole quantità di composti chelanti e sequestranti (come ad es. S40).

I valori ideali sono compresi nell’intervallo: 200-500 mg/l.

  • L’alcalinità: è il parametro di solito meno controllato, legato alla quantità totale di sali disciolti nell’acqua.

Rappresenta il “potere tampone” dell’acqua. Un’alcalinità instabile può provocare effetti indesiderati:

Se l’alcalinità è bassa, risulta difficile controllare il pH, perchè anche piccole aggiunte di correttori, determinano grandi sbalzi di pH.

Se l’alcalinità è elevata, si incorre nel rischio di incrostazioni.

Le principali sostanze che contribuiscono all’alcalinità sono carbonati, bicarbonati, idrossidanti ed anidride carbonica. Il valore del pH dovrebbe tener conto dell’alcalinità dell’acqua. Un’acqua calcarea avrà bisogno di un valore di pH basso più vicino a 7.2 per non incrostare le pareti, mentre un’acqua con pochi sali disciolti o piovana avrà bisogno di un valore di pH vicino a 7.6 per non irritare gli occhi e mucose.

 

I TRATTAMENTI

La disinfezione dell’acqua della piscina tramite clorazione rappresenta il metodo più diffuso al mondo per la sua relativa semplicità e per la sua efficacia. Il valore del cloro libero dovrebbe essere compresto tra 0,6 ppm e 1,5 ppm e deve essere uniforme in qualsiasi punto della vasca. I trattamenti con prodotti a base cloro si dividono in:

Trattamento d’urto o superclorazione: va effettuato all’inizio di ogni stagione e deve ripersi ogni due settimana per le piscine private e ogni 5/6 giorni per quelle pubbliche. Il trattamento d’urto serve ad eliminare la “cloro resistenza” di alghe e batteri e ad ossidare tutti i contaminati presenti nell’acqua apportati da bagnanti (saliva, urina, sudore), insetti, vento e precipitazioni atmosferiche. Ogni piscina, in relazione all’acqua ed al grado di contaminazione, ha una sua “richiesta di cloro” necessaria per ossidare i vari contaminanti. La reazione di ossidazione porta inizialmente a formazione di clorammine responsabili del fastidioso odore di cloro e dell’irritazione ad occhi e mucose. Se la quantità di cloro è sufficientemente elevata le clorammine e tutti gli altri contaminanti vengono ossidati e distrutti. Il tenore di cloro a cui ciò avviene si chiama: break-point. Superato il break-point, quindi tutti i contaminanti vengono eliminati ed il cloro ancora disponibile (libero) agirà contro eventuali altri contaminanti che dovessero sopraggiungere. Mantenendo nell’acqua della piscina un tasso di closo libero compreso tra 0.6-1 ppm si avrà un’acqua ottimale dal punto di vista igienico. Lo scopo della superclorazione è, dunque, quello di portare il cloro in acqua oltre il break-point. Ovviamente dopo il trattamento d’urto bisogna attendere almeno un ciclo di filtrazione prima di controllare il livello del cloro libero nella vasca. Sicuramente si rivelerà un valore elevato per cui non bisognerà aggiungere altro cloro sino a quando non sia rientrato nella norma. Il trattamento d’urto è essenziale nel periodo estivo quando l’aumento della temperatura tende a favorire la proliferazione batterica e delle alghe. Viene eseguito di solito con cloro e rapido scioglimento (sodio dicloroisocanurato granulater 56 %) (CLE56GR).

Trattamento di clorazione: si tratta del normale trattamento di manutenzione della piscina. Viene eseguito utilizzando pasticche di acido tricloroisocianurico da 200g a lento scioglimento in grado di aumentare lentamente, ma regolarmente, il tasso di cloro, in modo da ossidare i microorganismi (batteri, funghi, alghe) presenti nella piscina. Le pastiglie di acido tricloroisocianurico (CLE 90 P200), ideali per piscine di grandi capacità a struttura metallica o in muratura, possono essere inserite nello skimmer, nei dissolutori a lambimento o in quelli galleggianti dove si sciolgono lentamente mantenendo costante la quantità di cloro nell’acqua. In condizioni normali d’esercizio si deve registrare una concentrazione di cloro libero compreso tra 0.6 e 1 ppm. Se tale concentrazione non si raggiunge vuol dire che il numero delle pastiglie utilizzato non è sufficiente. In alternativa alle pasticche si può usare il sodio dicloroisocianurato granulare a rapido sciogliemnto (CLE56GR).

Trattamento antialghe: temperature elevate, valori del pH superiori a 7.6 e clorazione insufficente favoriscono la proliferazione di alghe, alghe nere e batteri che, di solito, si sviluppano nei punti in cui la circolazione dell’acqua risulta scarsa (bordi, fondo piscina). Ad inizio stagione e ad intervalli di tempo regolari è necessario effettuare questo trattamento immettendo il prodotto antialghe (A20) nello skimmer o per piscine a bordo sfiorante nella vasca di compenso.

Trattamento di flocculazione: questo trattamento coaudiva il processo di filtrazione e serve ad eliminare dall’acqua quelle particelle microscopiche che creano fenomeni di intorbimento. Le molecole del flocculante, idratandosi, aumentano di volume e si legano tra di loro formando dei fiocchi reticolari che depositandosi nel filtro a sabbia ne aumentano il potere filtrante consentendo a quest’ultimo di bloccare anche le particelle più piccole. Il trattamento va eseguito ad impianto funzionante immettendo il flocculante (F10), opportunamente prediluito, direttamente nello skimmer o, per piscine a bordo sfiorante, nella vasca di compenso vicino all’aspirazione.

 

RIEMPIMENTO
  1. Applicare con pennello o con vaporizzatore l’Antialghe su tutta la superficie della piscina;
  2. Riempire d’acqua la piscina aggiungendo il Sequestrante (1 gr per Lt d’acqua)
  3. Controllare che il valore del pH si trovi tra 7.2 e 7.6 (*) – Solitamente il pH delle piscine tende a salire, pertanto quotidianamente deve essere effettuato il controllo di questo valore. Per correggere di 0.1 punti il valore del pH, aggiungere 1 gr per 100Lt d’acqua
  4. Aggiungere gradualmente il Cloro Granulare in misura di 2-4 gr per 100 Lt d’acqua fino ad ottenere un valore di 0.6 max 1 ppm (*).
TRATTAMENTO DELLE ACQUE

QUOTIDIANO

  • Controllare che il pH sia tra 7.2 e 7.6, ove necessario eseguire l’operazione indicata al punto 3

  • Controllare che il valore del Cloro sia tra 0.6 max ppm, ove necessario eseguire l’operazione indicata al punto 4

 

SETTIMANALE

  • Aggiungere l’Antialghe in misura di 4-6 gr per 100 Lt d’acqua

  • Verificare la limpidezza dell’acqua. Se necessario usare il Flocculante per far precipitare le particelle in sospensione in misura di 1-2 gr per Lt d’acqua, quindi asportare

Si consiglia di utilizzare anche le Pasticche Multifunzione per avere una minima, ma continua disponibilità di Cloro, Antialghe e Flocculante

 

(*) Per effettuare queste operazioni è necessario avere un Tester Controll Ph (phenol red) e Cloro (DP1)

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